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Tempi freddi
L’influenza stagionale e la Medicina naturale
Autore: Flavio Gazzola

Molte malattie presentano una chiara stagionalità, sia pure non esclusiva. Per esempio, le malattie allergiche respiratorie, in particolare le pollinosi, manifestano prevalentemente una stagionalità primaverile od estiva. La maturazione dei pollini e la loro presenza nell’ambiente è la causa dello scatenamento delle manifestazioni. Tuttavia la Medicina naturale sa che l’espressione sintomatica delle pollinosi è solo la punta di un iceberg costituito da scorie tossiniche: per “tossina” si intende qualsiasi scoria di origine biologica (pregresse infezioni batteriche, virali, fungine e/o infestazioni parassitarie), chimica (inquinamento ambientale dell’aria, dell’acqua, degli alimenti e/o iatrogeno del corpo umano stesso), fisica (inquinamento elettromagnetico da radiofrequenze, campi elettrici e magnetici), metabolica (alterazioni congenite o acquisite del metabolismo dei grassi, degli zuccheri, delle proteine o dei minerali) e/o emozionale (le emozioni negative represse sono in grado di modificare i processi immunitari).

Le scorie si accumulano e creano impedimenti funzionali in qualsiasi area, settore, sistema od organo del corpo. In base alle loro localizzazioni prevalenti e alle possibili combinazioni, si producono i diversi tipi di malattie così come sono classificati nei manuali medici. Sono costretto a questo punto a condurre una digressione, utile però in seguito per riportarci con maggiore comprensione all’argomento in discussione.

Definizione di malattia

Per “malattia” si intende, secondo la Medicina accademica attuale, un insieme omogeneo o – meglio – relativamente omogeneo, di sintomi (espressione soggettiva della malattia), segni (visita obiettiva diretta, esami ematochimici, fisici, psicologici) ed eventualmente anche una eziologia (causa od origine) comune. La “malattia” è un’astrazione necessaria per potersi intendere in Medicina.

Quando dico “morbillo”, con una sola parola richiamo un insieme abbastanza omogeneo di possibili condizioni patologiche: una certa eruzione della pelle, eventuali sintomi respiratori o nervosi, una eziologia o causa comune (il virus del morbillo). In realtà non esistono due malati di morbillo con gli stessi sintomi e la gravità può variare considerevolmente, da forme molto leggere e prevalentemente cutanee con qualche linea di febbre, a forme gravissime, persino mortali. Dunque nella realtà non esiste il morbillo, ma esistono solo i malati di un qualcosa chiamato morbillo.

Questa è una vecchia e inestinguibile polemica fra Medicina ufficiale accademica e Medicina naturale “non ufficiale”. In realtà la polemica non avrebbe ragion d’essere fra persone ragionevoli, se si considerasse il concetto di malattia semplicemente e pragmaticamente come utile per intendersi rapidamente su qualcosa, ma privo di una sussistenza effettiva. Purtroppo così non avviene e per la Medicina ufficiale il concetto di malattia diviene il punto di riferimento di ogni studio che voglia considerarsi “scientifico” ed essere quindi approvato dal mondo accademico: ciò implica che chiunque critichi l’esistenza ontologica del concetto di malattia, è destinato ad essere bollato come “eretico” e come tale scomunicato e punito.

La Statistica in Medicina

Per quale motivo è tanto importante per l’ufficialità medica il sostegno dell’esistenza ontologica delle malattie e il loro posizionamento archetipico in una sorta di mondo delle idee platonico? L’importanza del concetto di malattia è che esso consente l’applicazione sistematica della Statistica in Medicina. Se si mettesse in dubbio il dogma dell’archetipo e si sostenesse viceversa che ogni malato è un caso da studiare individualmente al fine di comprendere effettivamente l’origine dei suoi disturbi, non si potrebbe applicare sistematicamente la Statistica in Medicina, così come avviene attualmente. Ma che importanza ha la statistica in medicina? La risposta è molto semplice: consente di dare, ai malati classificati nella stessa malattia, la stessa medicina, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali, e così facendo incrementare l’attività delle aziende farmaceutiche, nonché semplificare e automatizzare l’attività medica. Ciò è un vantaggio nella Chirurgia e nella Medicina d’urgenza in generale, ma non nel resto dell’attività medica, dove è necessaria un’attenta valutazione individuale di ogni caso.

Il caso degli antistaminici

Un esempio di tale fenomeno è nelle pollinosi, dove, anziché cercare di smantellare l’accumulo di scorie tossiniche, diverso per ogni persona malata, si preferisce ricorrere agli antistaminici e al vaccino per tutti: questi farmaci possono dare nel breve periodo dei vantaggi sintomatici, ma nel medio e lungo periodo favoriscono l’aggravarsi dei sintomi allergici stessi o l’insorgere di malattia in altra forma più grave, per esempio crisi asmatiche non più solo stagionali, ma anche annuali, sinusiti e raffreddori cronici, disturbi reumatici, malattie autoimmuni, eccetera, secondo un fenomeno noto come “vicariazione tossinica”. Infatti le tossine accumulate e represse dal farmaco defluiscono più copiose in altri tessuti, causando generalmente malattie più gravi.

L’influenza

Altrettanto avviene per l’influenza, considerata alla stregua di una malattia stagionale, dovuta all’arrivo di virus per lo più esotici. Mentre per le pollinosi si può facilmente comprendere il motivo della stagionalità (cioè la maturazione dei pollini secondo i cicli stagionali delle piante), non è altrettanto facile comprendere la stagionalità virale. I virus non crescono sugli alberi, ma si riproducono nell’organismo umano stesso. Dunque, perché maturerebbero proprio nella stagione fredda? E poi, una seconda domanda: come mai si dice che il virus viene da altri Paesi, per lo più orientali? Una terza domanda: come fanno i virologi ad essere tanto sicuri del momento in cui arriveranno i ceppi virali, come si desume dalle dichiarazioni costantemente rilasciate ai mass media? In quarto luogo, dato che i virus influenzali hanno un alto tasso di mutazioni, come possono essere sicuri dell’immunospecificità ed efficacia dei vaccini somministrati?

Proverò a trovare le risposte. I virus influenzali si attivano nella stagione fredda. Dato che questo è un fatto incontrovertibile, significa che il clima indebolisce il terreno organico e il virus trova il momento migliore per vincere le difese individuali. Ciò tuttavia fa pensare che il virus sia già presente nell’organismo e che le condizioni stagionali siano solo il fattore scatenante. Fra le condizioni che indeboliscono l’organismo nella stagione fredda non bisogna dimenticare l’importanza dell’inquinamento ambientale e iatrogeno per l’uso eccessivo di farmaci, in particolare antibiotici, antinfiammatori e rimedi sintomatici di vario genere per i sintomi da raffreddamento.

Alla seconda domanda si può rispondere che l’origine esogena ed esotica dei virus influenzali sembra una frottola, dato che appare logico pensare che i virus siano già presenti e approfittino solo della debolezza immunitaria per manifestarsi. Se però la Medicina ufficiale accettasse questa versione, dovrebbe anche accettare la discussione sui motivi dell’indebolimento immunitario individuale, discussione difficile da sostenere senza mettere in crisi il concetto di malattia e, per quanto si è detto sinora, questo è un punto critico del sistema medico ufficiale.

Alla terza domanda francamente non so dare una risposta. La prima ipotesi è che i virologi stessi mettano in giro i virus, ma mi sembra impossibile da credere. La seconda ipotesi è che tirino a indovinare, dopo essersi informati della diffusione dell’influenza in altri Paesi. Tuttavia ogni Paese ha i suoi problemi di inquinamento ambientale e umano, per cui è quasi impossibile prevedere esattamente l’andamento del fenomeno.

La quarta domanda verte sull’efficacia del vaccino influenzale. La mia esperienza è che le persone in grado di vaccinarsi senza rischi eccessivi sono le persone con una buona costituzione individuale. Ho dimenticato di dire che il vaccino, come tutte i farmaci, presenta dei rischi allergici e rischi di possibili effetti collaterali. Persone debilitate corrono più rischi di persone in buona salute. Ma come mai allora si insiste sulla necessità di vaccinare le persone più deboli? Questo sinceramente non lo comprendo. Non si può escludere l’utilità del vaccino in certe condizioni, ma, come sempre, occorre valutare individualmente il caso di ogni singolo paziente e considerare ogni volta i pro e i contro di un intervento vaccinale.

Una quinta domanda: esistono alternative nella Medicina naturale alla pratica vaccinale e all’uso dei farmaci sintomatici nei disturbi influenzali? La risposta è sì e anche con molto entusiasmo. La preoccupazione prima è quella di rinforzare il terreno individuale con una corretta alimentazione, attività fisica, apporto vitaminico e minerale. La pratica sistematica dei check-up bioelettronici, con lo scopo di individuare le alterazioni organiche e di prevenirle allontanando le tossine responsabili dell’inquinamento con opportuni rimedi omeopatici e fitoterapici, consente al medico di intervenire prontamente e prevenire l’accumulo delle tossine. Una volta pulito dalle tossine, l’organismo è molto più robusto e difficilmente si ammala. Ma se ciò accade, avviene normalmente in forma molto leggera e per un brevissimo periodo e si possono impiegare rimedi efficaci per tutti i sintomi influenzali.

Prevenzione e trattamento dei disturbi influenzali

Per la prevenzione generale:

  • Dolisobios 15 (Dolisos)
    1 tubo dose, da lasciar sciogliere sotto la lingua al mattino al risveglio, 1 volta alla settimana; per i bambini, mezzo tubo dose. In caso di sintomi influenzali, 1 tubo dose al giorno sino a miglioramento
  • Oscillococcinum 200 (Boiron)
    1 tubo dose, da lasciar sciogliere sotto la lingua al mattino al risveglio, 1 volta al mese.
  • Munostim (DHU Loacker)
    3 granuli da lasciar sciogliere sotto la lingua al mattino al risveglio e alla sera prima di coricarsi come prevenzione nel periodo più freddo. In caso di sintomatologia influenzale, 3 granuli 4 volte al giorno sino a miglioramento, eventualmente insieme con Dolisobios 15.
  • Biostrath elisir
    1 cp o un cucchiaio prima di colazione al mattino. Continuare per tutto il periodo invernale
  • Spremuta fresca di arance: tutte le mattine (due arance negli adulti)

In base ai sintomi:

  • Mal di gola
    • Tonsiotren (DHU Loacker)
      1 cp da lasciar sciogliere sotto la lingua ogni 2 ore sino a miglioramento
  • Tosse
    • Tuistin (DHU Loacker)
      1 cp da lasciar sciogliere sotto la lingua ogni 2 ore sino a miglioramento. Se presente anche mal di collo:
    • Ferrum phosphoricum D6 Sale di Schussler
      1 cp da lasciar sciogliere in bocca tre volte al giorno
  • Raffreddore e/o sinusite
    • Nuspax (Lehning)
      1 cp da lasciar sciogliere sotto la lingua ogni 2 ore sino a miglioramento
  • Otite
    • Boripharm 5, boli auricolari (Dolisos)
      rimedio omeopatico composto indicato per la prevenzione e la cura di otiti e congestioni timpaniche. Modalità di assunzione: un bolo auricolare alla sera. In caso di disturbi persistenti: un bolo auricolare al matttino e uno alla sera
    • Boripharm 7, granuli (Dolisos)
      rimedio omeopatico composto indicato per la prevenzione e il trattamento di disturbi dell’orecchio quali otiti, otalgia (dolore all’orecchio), congestione del dotto uditivo, catarro tubarico
      3 granuli da lasciar sciogliere in bocca al mattino al risveglio e alla sera prima di coricarsi. In caso di fastidi persistenti, aumentare la posologia sino a 3 granuli 4 volte al giorno
Disturbi respiratori e loro prevenzione
  • Inalazioni (non aerosol) con olio essenziale di eucalipto, da eseguire 2 volte al giorno, al mattino e alla sera.



dal Dizionario della Medicina naturale:




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