Vega test: v. Antroposcopia, Check-up bioelettronici, EAV, Ryodoraku.

Metodo diagnostico basato sulla misurazione elettrica di punti cutanei, facente parte del gruppo dei check-up bioelettronici.

A differenza di EAV e Ryodoraku, non misura direttamente i punti di agopuntura, ma utilizza la taratura elettrica di un punto cutaneo, solitamente un punto di un dito della mano paraungueale.

Il punto viene misurato elettricamente e la misura tarata (facendo passare più o meno corrente), in modo da farla corrispondere a un punto voluto (per esempio e solitamente 90) sul quadrante dello strumento di misura, che presenta valori da 0 a 100.

Si eseguono poi i test di contatto, ponendo in contatto con il corpo del paziente quanto si desidera valutare, per esempio medicamenti o cibi o sostanze di inquinamento o infettive o campi elettromagnetici.

Una sostanza negativa per il corpo produce un'alterazione del valore della taratura, portandolo per esempio a 70.

Lasciando in contatto con il corpo la sostanza negativa (per esempio la fiala test di un virus) e ponendo in contatto via via le fiale test dei medicamenti da esaminare, ma allontanandole dopo ogni misura, quando si pone in contatto con il corpo la fiala test del medicamento efficace, il punto da 70 riassume il valore di 90, cioé il valore della taratura prestabilita;

Procedendo in tal modo si possono eseguire prove sempre più complesse.

Il Vega test fu messo a punto negli anni 80 da un gruppo di medici tedeschi e austriaci, fra cui in particolare il dr. Schimmel.

Lo scopo era di consentire anche a chi non conosceva l'agopuntura, di accedere alle possibilità diagnostiche offerte dai check-up bioelettronici.

Infatti le principali metodiche bioelettroniche, come l'EAV e il Ryodoraku, necessitano la conoscenza dell'agopuntura.

Nel 1987 il Vega test fu importato e divulgato in Italia dal dr. Flavio Gazzola.