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Un pericolo ignorato
Omocisteina, un pericolo ignorato
Autore: Flavio Gazzola

Omocisteina: un pericolo ignorato
Il nostro corpo è analogo a una grande fabbrica di prodotti chimici che continuamente si trasformano l’uno nell’altro per ottenere la formazione, il mantenimento e la riparazione delle strutture cellulari, dei tessuti, degli organi e la relativa energia per farli funzionare.
Una sostanza di particolare importanza si chiama omocisteina.
La omocisteina viene fabbricata nel corpo a partire dall’aminoacido essenziale metionina.
“Essenziale” significa che la metionina non può essere prodotta dall’organismo, ma solo assunta con l’alimentazione. La metionina è un aminoacido solforato (cioè contiene un atomo di zolfo) e 5 atomi di carbonio.
Gli alimenti più ricchi di metionina sono in ordine di importanza lo stoccafisso, l’alga spirulina, la noce brasiliana, il formaggio grana, la carne di pollo, tacchino, latte e latticini in genere, in particolare il pecorino.
La omocisteina è un aminoacido solforato formato da una catena di 4 atomi di carbonio, avendone perso uno a partire dalla metionina. La funzione della omocisteina è di trasportare gruppi metilici al DNA cellulare, utili per la sua riparazione e manutenzione.
Il sistema funziona così:
1.     La vitamina B9 o acido folico dona un gruppo metilico alla omocisteina. Perché questo processo possa avvenire, è necessario l’intervento della vitamina B12 e della betaina (trimetilglicina, TMG), una sostanza contenuta in modo importante nella barbabietola.
2.     Per effetto di questa donazione la omocisteina si trasforma in SAM (S-adenosil-metionina), la quale molecola a sua volta, grazie al supporto della vitamina B2, dona il gruppo metilico al DNA e si ritrasforma in omocisteina e quindi completa il ciclo biochimico, che poi riprende daccapo.
3.     La omocisteina ha un’altra via di trasformazione: grazie alla vitamina B6 si trasforma in cisteina. La cisteina è necessaria per la formazione del pelo e per la formazione di GPX (glutationperossidasi), uno dei due principali enzimi (l’altro è l’enzima SOD, superossidodismutasi), utili per la neutralizzazione dei radicali liberi.
Il principale problema posto da questo ciclo di trasformazioni è l’eventuale accumulo di omocisteina nel plasma per carenza di vitamina B9 e/o B6 e/o TMG e/o B2.
La carenza di betaina (TMG) può essere di origine genetica e nella popolazione in tutto il mondo vi è almeno il 10% di individui carenti di TMG. Le vitamine del gruppo B possono inoltre mancare per carenze alimentari (per esempio per mancanza di cereali integrali nella dieta).
La omocisteina in eccesso danneggia la parte dei vasi e predispone a infarto cardiaco, demenza e problemi vascolari e circolatori in genere. Inoltre la mancata trasformazione in SAM, conduce a danno del codice genetico e a possibili malattie immunitarie. Infine la mancata formazione di cisteina, conduce a insufficienza del sistema pilifero del corpo (alopecia) e ad accumulo di radicali liberi con aumentato rischio di cancerogenicità per riduzione del GPX che li neutralizza.
Recenti ricerche indicano il limite di omocisteina nel sangue al di sotto di 6micromoli/Litro, mentre attualmente si considerano normali valori fino a 12, che rappresentano invece una soglia di rischio elevato.
Il fatto è che è possibile prevenire facilmente il danno da omocisteina derivante dal suo accumulo, mediante somministrazione in dosi opportune di vitamina B9, B6,B2, TMG e zinco.
Non basta somministrare solo uno di questi componenti e valori considerati normali di queste vitamine nel plasma, non indicano l’assenza di rischio.
Il fatto più sconcertante è che la maggior parte dei medici, anche cardiologi, non conoscono fino in fondo la problematica e/o la sottovalutano. Provate a porre qualche domanda al vostro medico curante, ora che questo articolo, almeno spero, vi abbia chiarito le idee.
Chi desidera avere informazioni sui dosaggi necessari, può contattarmi e fornirò gratuitamente le tabelle in base al dosaggio attuale di omocisteina nel plasma di ciascuno.
Dott. Flavio Gazzola, Via Libertà 74, 20097 San Donato Milanese, Email: flarida@tin.it







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