Terapie alternative
di Francesca Spinelli
Sulle pagine del Times un gruppo di medici e scienziati britannici
si è scagliato contro le terapie alternative
"Siamo un gruppo di medici e di scienziati preoccupati dal modo in cui il sistema sanitario nazionale promuove l'uso di terapie inutili o la cui utilità non è stata ancora provata". Comincia così l'intervento di tredici specialisti britannici contro le terapie alternative, pubblicato dal Times il 23 maggio. Immediata la reazione della stampa, a partire dallo stesso Times, che in un editoriale esprime una posizione più sfumata. Da un lato riconosce che "la frustrazione dei firmatari dell'intervento è comprensibile: basta andare sul sito del National health system (Nhs) per trovare una serie di affermazioni false o approssimative sulla medicina alternativa". Dall'altro, il quotidiano invita i rappresentanti della medicina ufficiale a non isolarsi: "La medicina moderna, proprio come la biologia evolutiva, non può chiudere gli occhi di fronte alle teorie concorrenti o non ortodosse. Non tutte le terapie alternative sono uguali. L'agopuntura e l'osteopatia, per esempio, dovrebbero essere finanziate all'Nhs".
Lo stesso giorno in cui i tredici specialisti lanciavano il loro grido di allarme, un noto sostenitore della medicina non convenzionale, il principe Carlo, prendeva la parola alla 59esima Assemblea mondiale della sanità, in corso dal 22 al 27 maggio a Ginevra. "Certo, il fatto che un portavoce così celebre sia spesso preso in giro perché parla con le sue piante non aiuta la causa della medicina alternativa", osserva l'Independent, che insiste sulla necessità di distinguere salute fisica e benessere: "Sono due cose diverse ma altrettanto importanti. E le terapie alternative - in cui l'ascolto è considerato un elemento essenziale, a differenza di quanto accade da un medico di base - si sono dimostrate molto efficaci nel migliorare lo stato psicologico dei pazienti. Vent'anni fa l'agopuntura era schernita dall'establishment scientifico, ma oggi sappiamo che funziona. Se avesse prevalso la rigidità, oggi questo servizio non sarebbe offerto dal sistema sanitario nazionale".
Secondo il Guardian, "i firmatari dell'intervento pubblicato dal Times hanno sbagliato nel tono più che nei contenuti. In teoria uno degli obiettivi dell'Nhs dovrebbe essere quello di dare più ascolto ai pazienti. Ma non potrà mai esserci un simile cambiamento finché i membri della comunità scientifica rimarranno arroccati sulle loro posizioni". Il quotidiano fa notare che "in un mondo ideale, spetterebbe all'Istituto nazionale per l'eccellenza clinica il compito di studiare l'efficacia delle terapie alternative. Ma dopo i tagli al budget, l'istituto non riesce nemmeno a rispettare il calendario degli studi sulle medicine convenzionali". I tabloid non si sono lasciati sfuggire l'occasione di intervenire su un argomento "popolare" come la salute. "Chiariamo subito una cosa", sentenzia il Daily Mail, "la medicina alternativa non esiste: la medicina o funziona o non funziona. Hanno fatto bene i tredici emeriti specialisti a chiedere che i soldi dei contribuenti non vengano più sprecati per finanziare dei trattamenti inutili o, nella peggiore delle ipotesi, dannosi. La medicina alternativa, che va di moda tra i ceti medi agiati, non è una scienza: è solo una mentalità".
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