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Un approfondimento sul tema dell'alcolismo cronico
Alcolismo cronico
Autore: da Internet

Alcoolismo cronico ( parte I)

In Italia muoiono ogni anno circa 15.000 persone per malattie correlate all'abuso di alcol e oltre 500.000 persone sono dedite all'abuso di alcol.
L' utilità dimostrata del counseling tra medico di famiglia e pazienti alcolisti (JAMA 1997, 277 : 1030-1045) è un'indicazione preliminare positiva che responsabilizza il medico ad un impegno maggiore nel loro recupero.
L'alcoolismo cronico è una malattia sociale, caratterizzata da uno stato di dipendenza dall'alcool capace di determinare una compromissione della salute psico-fisica del bevitore e di deteriorare i suoi rapporti interpersonali, familiari e le sue attività sociali e di lavoro.

L'assistenza al paziente alcolista richiede una conoscenza del contesto ambientale, del contesto familiare, della storia naturale della malattia, dei fattori di rischio, degli indicatori di abuso alcolico, delle ricadute, dei farmaci per la disassuefazione, delle reti di assistenza e delle varie fasi del recupero sociale: lo stadio del bere, lo stadio di transizione, il primo stadio di recupero e lo stadio avanzato di recupero.

Contesto ambientale
Lo sviluppo di uno stato di dipendenza dall'alcool spesso è favorito da un contesto ambientale caratterizzato da condizioni familiari, sociali e lavorative di disagio, ma anche da particolari tradizioni culturali per le quali il bere viene considerato un atto insostituibile della vita di relazione.
Appare emblematico infatti come spesso la pubblicità agli alcoolici presenti il bere come un comportamento conforme all'aspettativa sociale, in contraddizione con l'atteggiamento generale di condanna della società nei confronti degli alcoolisti.
Spesso si osservano tipi di evoluzione dell'alcolismo così diversi tra loro che sarebbe più appropriato parlare di alcolismi, invece che di alcolismo.
Esistono, ad esempio, bevitori quotidiani o del fine settimana o occasionali e inoltre bevitori che diventano alcolisti rapidamente o invece con lenta gradualità.

Contesto familiare
Quando l'alcolista inizia ad avere un comportamento problematico, spesso la famiglia ed i conoscenti arrivano a capire la gravità della situazione prima del paziente, a meno che gli stessi membri della famiglia o gli amici abituali non siano anch'essi dipendenti dall'alcol e quindi inclini alla negazione o a sabotare il recupero.
I familiari o amici collaboranti, una volta istruiti, possono avere un ruolo importante nel promuovere il recupero dell'alcolista e nel monitorare l'evoluzione del suo cambiamento, fornendo la loro prospettiva della situazione passata e presente dell'alcolista, aiutando ad individuare i fattori scatenanti il bere nel singolo individuo, ad anticipare ed evitare le situazioni a rischio e concordando un piano di sostegno e di controllo dell'evoluzione del caso.
Va rilevato che l'alcolismo ha ripercussioni negative sui membri della famiglia che devono adattarsi al comportamento distorto dell'alcolista.
Di conseguenza anch'essi hanno bisogno di informazioni, supporto e riabilitazione. Spesso hanno difficoltà di comunicazione tra di loro e vivono situazioni di instabilità emotiva, economica e sociale.
Ma la costruzione di un nuovo equilibrio familiare di solito è possibile solo dopo che il recupero individuale dell'alcolista si è compiuto.

La storia naturale della malattia
Frequentemente l'alcolista inizia a bere prima dei 18 anni d'età.
Quando si instaura uno stato di dipendenza psichica, l'alcool viene assunto allo scopo di eliminare l'ansia e provare piacere.
Allora di solito l'alcolista dapprima beve di nascosto, approfittando di qualsiasi occasione per soddisfare il suo bisogno crescente di alcool.
L'assuefazione all'alcool porta progressivamente ad aumentarne la dose per ottenere lo stesso effetto, realizzando quel meccanismo denominato tolleranza.
Superato l'iniziale sentimento di colpa, l'alcoolista tende a razionalizzare il proprio comportamento verso l'alcool con giustificazioni irrazionali, negando la dipendenza dall'alcol, e quando sente che queste non vengono accettate diventa ostile. Inizia così il deterioramento dei rapporti interpersonali.
Dopo un periodo variabile di 5 anni circa si instaura una dipendenza fisica per cui il bevitore deve assumere alcoolici anche per evitare i sintomi fisici della sindrome d'astinenza.
Il passaggio alla cronicità è spesso contrassegnato dal bisogno incontrollato di bere anche al mattino e dalla tendenza a stabilizzare la dose media giornaliera di consumo alcoolico.
In forma acuta o cronica possono comparire turbe della psiche, dell'umore, del carattere e del senso etico che deteriorano i rapporti familiari e di lavoro, causando di conseguenza problemi di convivenza ed economici.
Le turbe psichiche più comuni consistono in rallentamento del corso ideativo, amnesie, allucinazioni, illusioni e deliri.
L'alcolista, dimenticando ciò che è appena accaduto (= amnesia di tipo anterogrado), può presentare confabulazione compensatoria e disorientamento spazio-temporale.
Le allucinazioni sono false percezioni di tipo visivo, acustico e tattile, che sono modificabili con la suggestione, essendo del tutto immaginarie.
Le più frequenti nell'alcoolista sono le allucinazioni visive, in particolare le zoopsie consistenti in false e terrificanti visioni di animali quali ragni e topi.
Esse vengono vissute dal paziente come esperienze d'assedio e provocano spesso reazioni aggressive.
Le allucinazioni acustiche sono spesso descritte come voci ostili denigratorie.
Le illusioni sono invece percezioni distorte della realtà. Ad esempio, l'alcolista può erroneamente credere di riconoscere persone familiari in soggetti estranei o, ad esempio, tra il personale sanitario in ospedale.
Un tipico delirio è quello di gelosia per cui l'alcolista diventa ostile e diffidente verso la moglie : se questa è di buon umore si crede tradito, se invece questa appare di cattivo umore la crede insoddisfatta di lui.
Questo delirio appare lucido e cronico e spesso origina dalla riduzione della funzione sessuale per effetto dell'intossicazione alcoolica cronica.
Altri tipi di delirio comuni nell'alcolista cronico sono i deliri di grandezza, di persecuzione, di colpa e i deliri professionali in cui il paziente rivive momenti della sua attività lavorativa.
Le turbe dell'umore sono rappresentate da sintomi di depressione o al contrario di euforia (definita stato maniacale).
Gli episodi di depressione sono più frequenti e possono comportare anche il rischio di suicidio, soprattutto in soggetti con personalità antisociale in cui sono aggravate le condizioni di solitudine ed emarginazione.
Gli episodi maniacali caratterizzano spesso gli stati di ebbrezza acuta in cui compare inizialmente euforia, disinibizione, logorrea, agitazione psico-motoria ma poi si manifesta rallentamento ideo-motorio, conversazione incoerente con parole strascicate, disturbi dell'equilibrio nella deambulazione con alto rischio di alterazione dello stato di coscienza, cadute traumatiche, incidenti stradali.
Le turbe caratteriali spesso sono rappresentate da aggressività, litigiosità e tendenza al comportamento violento.
Lo scadimento del senso etico si può manifestare con la perdita di ogni norma morale. L'alcolista diventa disinibito, non nasconde più il bisogno incontrollato di ubriacarsi e non prova più senso di colpa ma rinuncia a reagire ed assume un atteggiamento passivo.
Negli stadi terminali la tolleranza agli alcolici decresce per cui può bastare un solo bicchiere di vino a causare nel bevitore i sintomi di uno stato di ebbrezza.
I disturbi psichici dell'alcolista vengono infine aggravati spesso da manifestazioni cliniche fisiche, tardive rispetto all'inizio dell'abuso di alcool, dovute alla comparsa di cirrosi epatica, gastrite, cardiopatia, polineurite agli arti inferiori e malnutrizione conseguente ad anoressia.
Così si riduce irrimediabilmente la qualità e l'aspettativa di vita dell'alcolista.
L'alcolismo è difficile da trattare perchè almeno inizialmente l'alcolista non mostra una reale volontà di essere curato, ma nega il problema o si presenta diffidente o passivo. Inoltre non è infrequente che le strutture sanitarie tendano più spesso ad occuparsi di alcolismo per i suoi tardivi disturbi fisici che di alcolisti, come singoli individui, e del loro recupero psico-sociale.
Frequentemente sono i familiari o un evento acuto (malattia o trauma) a determinare l'inizio di un trattamento della dipendenza da alcool.
Oppure la temporanea astinenza viene motivata nell'alcolista da problemi correlati come, ad esempio, il mancato rinnovo o il ritiro della patente di guida con la percezione del rischio di perdere l'autonomia o il lavoro. In genere, l'alcolista cerca aiuto per diversi motivi, tranne che per il suo alcolismo.

Dott. Mauro Marin

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