Ufficio Stampa SIMOH
A: (con preghiera di darne tempestiva comunicazione ed ampia diffusione).
ISTITUTO OMEOPATICO SIMOH:
GIUDIZIO NEGATIVO SUL DOCUMENTO DEL COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA. SI FORMULANO PARERI GENERICI SENZA CONOSCERE SPERIMENTALMENTE GLI ARGOMENTI TRATTATI.
COSI' SI RISCHIANO IGNOBILI CAMPAGNE STRUMENTALI E GRAVI FRATTURE NELL'AMBITO DELLA SCIENZA MEDICA.
L'OMEOPATIA FA PARTE DELLA MEDICINA, ED HA UNA PRATICA SPERIMENTALE E CLINICA DI OLTRE 200 ANNI; PER I BAMBINI E' MOLTO EFFICACE, SIA COME TERAPIA CHE COME PREVENZIONE.
Roma, 21 Marzo 2005
''Parlare di medicina omeopatica sensa conoscerla sperimentalmente e senza averne meditato con serietà l'alto valore scientifico ed etico della sua metodologia, è in generale un comportamento estremamente sconsiderato.
Ma è ancora più imprudente chi, con responsabilità pubblica, si lascia condurre ad affermazioni lapidarie sulla base di considerazioni del tutto generiche e prive di ogni serio fondamento, che rischiano di trasformare il sacro tempio della medicina e della salute dell'uomo in una diatriba tra Orazi e Curiazi, creando fratture all'interno della stessa scienza medica e determinando una comprensibile nonché pericolosa confusione nell'opinione pubblica.
Criticare la medicina omeopatica - così come la medicina in generale - è una cosa certamente doverosa e necessaria, utilizzando considerazioni di rilevanza scientifica ed etica, ed avendo come fine il reale progresso delle conoscenze ed una sempre maggiore salvaguardia della salute corporale, mentale e spirituale dell'uomo. E questo è ancor più corretto in un'epoca in cui la tendenza all'automedicazione da parte dei pazienti e l'improvvisazione professionale di parte della classe medica stanno diventando pratiche di evidente pericolosità.
Ma criticare l'omeopatia in senso lato, basandosi su conoscenze errate, formulando pareri generici ed approssimativi, al di fuori di qualsivoglia contesto clinico, è un'operazione epistemologicamente inaccettabile e che si presta ad un evidente giudizio negativo per la scarsa attenzione metodologica applicata. E questo soprattutto quando si formulano argomentazioni all'interno di un documento che affastella - in un groviglio che verrebbe da chiamare ''calderone'' - conoscenze e metodologie profondamente diverse tra di loro, quali la pranoterapia, la medicina ayur-vedica, la medicina antroposofica, l’omotossicologia, la medicina tradizionale cinese e quella tibetana, la cromoterapia, i fiori di Bach, il Rei-ki, l’iridologia, ecc. . Pratiche di diversa natura e differente rilievo, che meriterebbero ciascuna un discorso a se stante e valutazioni specifiche.
E' infatti ovvio ai più che esprimere giudizi generalizzanti, oltre che errati, sensa discernere all'interno degli argomenti trattati e senza una profonda disamina, nonchè verifica degli stessi, bensì utilizzando ad usum delphini argomenti di senso comune, o desunti in modo indiscriminato e parziale ora dall'una disciplina ora dall'altra, con il fine evidente di giungere solo ad un conclusivo quanto superficiale giudizio negativo sulla materia, significa privarsi del criterio di conoscenza più elementare: l'imparzialità del giudizio. E questo è grave.
La medicina omeopatica storicamente nasce e trova pieno sviluppo all'interno della medicina neoippocratica, ossia all'interno di quella tradizione epistemologica occidentale, medico-biologica, clinico-sintetica, correlazionistica, che costituisce il nucleo centrale di quanto il documento stesso del Comitato Nazionale di Bioetica definisce ''medicina scientifica''.
L'omeopatia adotta pienamente il modello sperimentale; anzi, con intuito preclaro, lo ha per prima codificato ed utilizzato in doppio cieco sull'uomo sano impiegando sostenze a dosi infinitesimali. Ed in quanto medicina essa si fonda su quell'insieme di conoscenze che - come definisce ancora il documento del Comitato - sono ''relative alla struttura e alle funzioni del corpo umano e che possono essere elaborate grazie all'interazione e all'integrazione di diverse discipline metodologicamente fondate, quali ad esempio la fisica, la chimica, la biologia ed in particolare la biologia molecolare, la genetica, la fisiologia, l’anatomia, la patologia generale, la psicologia'', la biofisica, la scienza della complessità.
La medicina omeopatica rifiuta a priori ogni settarismo ed ogni esoterismo, e sviluppa i criteri medico-scientifici moderni, sia basandosi su una legge sperimentale e clinica di originaria formulazione ippocratica (la legge di similitudine: similia similibus curentur), sia realizzando un corpus dottrinario pubblico, che può essere appreso, e quindi trasmesso in piena corrispondenza ed in continuazione con l'insieme delle conoscenze biomediche che costituiscono la scienza medica.
L'omeopatia promuove e sviluppa le moderne cognizioni medico-sperimentali in campo umano, in particolare ponendo l'accento su di una visione ''organismica'' ed unitaria dell'uomo-individuo, piuttosto che su di una visione ''organicistica'' e frammentaria dell'uomo studiato come uomo-specie, o uomo-organo. Essa aderisce ad una concezione medica prevalentemente sintetica, clinico-unitaria, differenziale dello studio dell'uomo, privilegiandola rispetto agli approcci analitici e localistici legati alla cosiddetta analisi d'organo o di patologia astratta; studi, questi, di innegabile ed insostituibile importanza scientifica, oltre che didattica, e che la medicina omeopatica vive valorizzandoli costantemente in funzione del contributo che essi sono in grado di apportare alla sintesi clinica.
La medicina omeopatica ha per fine il continuo progresso della medicina, e della salute umana, ed in tal senso:
- agisce pienamente e legittimamente all'interno della scienza medica, e si confronta costantentemente con le tante diverse esperienze che concorrono a determinare il tronco annoso della medicina stessa, avendo come punto di riferimento e di verifica del proprio operato lo studio individualizzato dell'uomo ed il ristabilimento duraturo della salute del malato nella sua totalità;
- costruisce modelli sperimentali di studio e di cura rapportati alla realtà biologica pluridimensionale della persona umana, divenendo un sicuro strumento nelle mani del medico clinico, che se ne serve quale ausilio prezioso nella cura dell'uomo per una corretta prevenzione ed ortogenesi clinica, dal concepimento alla senescenza.
Il medico che pratica l'omeopatia non cura con il pendolino!
Egli individualizza il malato nella diagnosi e lo tratta con una precisa, seria e verificabile metodologia clinico-terapeutica che pone in continuo confronto analitico e sintetico i risultati farmacologici sperimentali ottenuti su uomo sano e la polimorfa realtà fisiopatologica unitaria del paziente individualizzato nella sua malattia.
La medicina omeopatica hahnemanniana è al passo con i tempi. Indaga farmacologicamente l'uomo nello stato di salute per riconoscerlo nella condizione di malattia e promuove ed esercita l'acquisizione e l'esercizio di quelle conoscenze ed abilità professionali che costituiscono, da sempre, il cosiddetto ''giudizio clinico'', frutto del discernimento tra decisioni cliniche generiche, proprie della ricerca su classi di malattie (e per ciò didattiche), e decisioni cliniche complesse, tipiche del paziente reale, individuale.
Si sperimenti, quindi, la medicina omeopatica con rigore e serietà, e soprattutto con imparzialità.
Si ripongano i toni roboanti che favoriscono solo ignobili campagne strumentali, al di fuori e contro qualsivoglia deontologia. Si ritorni alla pacatezza ed alla sobrietà dei giudizi.
E soprattutto, si promuovano e si finanzino in modo coscienzioso degli studi approfonditi, che consentano di cogliere e dimostrare sempre più lo straordinario valore scientifico di una metodologia medica che è antisegnana dei tempi e che realizza, da oltre ducento anni ed in modo continuativo, una vera personalizzazione della terapia, tenendo conto della realtà unitaria del singolo paziente nella sua condizione personale ed ereditaria.
Ma ci si tenga lontano dal formulare valutazioni improprie, basandosi su considerazioni settarie del concetto di scienza, o sul seguire le imperizie ed i vaneggiamenti di coloro i quali, pur parlando di medicina omeopatica, dimostrano di non aver mai meditato con scienza e coscienza la metodologia sperimentale e clinica formulata dal medico Samuele Hahnemann.
Prof. Dott. Antonio Negro
Prof. Dott. Maria Letizia Salvi
Assistenti e Docenti dell'Istituto S.I.M.O.H.
S.I.M.O.H. - Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
Accademia Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
Ambulatorio Medico-Chirurgico Polispecialistico ''Samuele Hahnemann''
Domus Medicinae Homoeopathicae Hahnemannianae
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