Comunicato Stampa
Ecco la ricetta per gli spot alimentari rivolti ai bambini
MERENDINA, SPAZZOLINO E ATTIVITA’ FISICA
Maggiore attenzione al problema dell’obesità infantile e raccomandazioni pratiche e precise per uno stile di vita sano
Milano, 2 agosto 2004 - E’ in vigore dal 22 luglio scorso il nuovo Codice di Autodisciplina Pubblicitaria. La novità è l’integrazione all’art.11, dedicato ai bambini e agli adolescenti, volta a tutelare i minori in campo alimentare.
Questo importante contributo teso a migliorare il livello standard degli spot pubblicitari alimentari rivolti ai bambini, rappresenta però solo un primo passo che avrebbe dovuto vedere l’autorevole collaborazione di organizzazioni scientifiche e morali con competenze ed interessi etici in materia di alimentazione infantile come l’Accademia Internazionale di Pediatria, la European Childhood Obesity Task Force e l’Associazione Genitori.
L’integrazione all’art. 11 infatti risulta essere ancora in cerca di indicazioni precise e soprattutto pratiche in tema di educazione alimentare in particolare considerata l’emergenza obesità tra bambini e giovani.
In Europa del Nord il tasso di diffusione di sovrappeso tra i bambini è del 10-20%, mentre in Europa del Sud i tassi di diffusione sono del 20-35%.
“L’andamento del peso dei bambini cresce insieme con i costi relativi ad ogni tipo di pubblicità alimentare rivolta ai minori, che è aumentata di sei volte a partire dal 1998 e continua a crescere”, sottolinea Paul Lincoln, Direttore del National Heart Forum.
La salute dei minori, con particolare riferimento alla loro alimentazione ed al ruolo che gli spot pubblicitari ricoprono in questo campo è, al momento, una delle priorità nei piani della Commissione Europea e per molti degli Stati europei.
Alcuni Paesi più attenti (Irlanda, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Olanda), ai quali l’Italia potrebbe ispirarsi, hanno emanato leggi e/o raccomandazioni più precise e spesso pratiche, sulla struttura degli spot alimentari per bambini proprio per implementare le corrette abitudini alimentari e per contrastare l'emergenza obesità.
Ad esempio:
- Gli spot riguardanti biscotti o cioccolata devono mostrare ai bambini l’uso dello spazzolino da denti e devono incoraggiare l’esercizio fisico regolare;
- Gli spot non devono contenere sollecitazioni che sminuiscano l’importanza di prodotti naturali come la frutta e la verdura.
- Gli eroi dei bambini, spesso testimonial degli spot alimentari, devono farsi portavoce solo di messaggi in linea con le regole di un stile di vita sano.
“L’alimentazione pubblicizzata in Tv rivolta ai bambini, come è ampiamente dimostrato dalla letteratura sul tema, contrasta spesso con i criteri di una sana alimentazione non tenendo nella giusta considerazione le raccomandazioni delle tabelle nutrizionali riconosciute a livello internazionale”,
sostiene la Dott.ssa Margherita Caroli, delegato italiano della European Childhood Obesity Task Force. Anche Lucia Rossi, segreteria nazionale AGE, sottolinea l’importanza di un coinvolgimento maggiore delle famiglie e dei pediatri da parte dell’industria pubblicitaria e alimentare.
EUROPA E OBESITA’ INFANTILE
Quest’anno la Commissione Europea ha finanziato un progetto di lotta all’obesità infantile, promosso da EHN (European Heart Network), che coinvolge 20 Paesi europei e, in Italia, è coordinato da ALT – Associazione per La Lotta alla Trombosi- Onlus, che dal 1986 è attiva nel campo della prevenzione e sostegno alla ricerca scientifica nel campo delle malattie cardio e cerebrovascolari.
Il progetto è volto a monitorare l’impatto del marketing alimentare nella diffusione dell’obesità infantile. Nel nostro Paese vede la collaborazione tra l’Accademia Internazionale di Pediatria (Presidente Prof. Manuel Castello), il delegato dell’European Childhood Obesity Task Force, (Dott.ssa Margherita Caroli), e ALT, Associazione la cui missione assume un rilievo importante se si considera che le malattie cardiovascolari sono il peggior killer in tutta Europa e l’obesità è uno dei principali fattori di rischio per l’infarto e l’ictus. In particolare, secondo uno studio australiano, bambini obesi all’età di 10 anni presentano un danno arterioso paragonabile a quello di un fumatore di 45 anni, situazione che aumenta il loro rischio cardiovascolare in età adulta.
E’ ormai noto che l’obesità è una malattia multifattoriale, dovuta al concorso di fattori genetici, di scarsa attività fisica e di abitudini alimentari sbagliate. In questo ambito, gli spot pubblicitari alimentari ed il tempo trascorso dai bambini davanti alla Tv, sono solo uno dei numerosi
fattori da considerare. “In Italia”, come ricorda il Professor Manuel Castello Presidente dell’Accademia Internazionale di Pediatria, “abbiamo un primato negativo a livello europeo con il 36% di bambini in soprappeso e quasi il 12% obeso”.
Alla luce delle informazioni scientifiche imparziali disponibili e delle legislazioni già presenti in molti Paesi europei, ci si rammarica che in Italia non esista una legislazione in materia e questo settore sia lasciato solo alla buona volontà delle industrie alimentari e pubblicitarie. Lo Stato dovrebbe ricoprire un ruolo primario in materia di protezione dei minori.
Solo una maggiore collaborazione e un miglior coordinamento da parte di tutte le organizzazioni scientifiche, governative, morali e commerciali porterà risultati positivi per la salute dei nostri figli.
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