Cancro, è tutta carenza di ossigeno
Scoperto il meccanismo che porta alla formazione delle metastasi.
da LA REPUBBLICA, Pagina 24 Giovedì 01 maggio 2003
Lo studio di un Istituto torinese, finanziato dall' Airc, pubblicato sulla rivista "Cancer cell".
La strada per un farmaco è ancora lunga, ma questo è un passo importante
Alberto Custodero
TORINO - Il meccanismo che genera la metastasi del cancro è favorito dalla mancanza di ossigeno e da oggi è più vicina una terapia per inibire questo processo mortale.
Quando manca ossigeno, la cellula del cancro se ne va in giro a cercare aria seminando nel corpo umano le metastasi.
Questo meccanismo è stato svelato da uno studio fatto all' Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino).
Sebbene fosse da tempo noto che la mancanza di ossigeno favorisse l' estendersi di alcuni tumori nel centro torinese hanno scoperto perché.
I ricercatori hanno capito che la cellula, quando manca l' aria, risponde meglio ai segnali della proteina (hepatocyte growth factor, fattore di crescita per gli epatociti), che le dà l' ordine di andarsene in giro e riprodursi.
La mancanza d' aria, in altre parole, fa nascere sulla superficie esterna della cellula una sorta di antenna (l' oncogene Met), che capta quei segnali «radio» con il comando di diffondersi e replicarsi. Cioè, di generare metastasi.
La scoperta (finanziata dall' Associazione nazionale per la ricerca sul cancro), è stata pubblicata nell' ultimo numero di "Cancer cell", una delle riviste di biologia cellulare internazionali più prestigiose al mondo, ed è stata condotta da una giovanissima laureata in medicina, Selma Pennacchietti, coordinata dal professore Paolo Comoglio, in collaborazione con altri quattro studiosi, Paolo Michieli, Maria Galluzzo, Massimiliano Mazzone e Silvia Giordano.
Gli studi sulla replicazioni delle cellule tumorali hanno da sempre caratterizzato l' Istituto per la ricerca e la cura del cancro nato per l' iniziativa di Allegra Agnelli e totalmente finanziato dai privati.
Si tratta di una fondazione Onlus senza fine di lucro nel quale si ha l' ambizione di trasferire i risultati dei laboratori di Comoglio direttamente sui malati ricoverati nei reparti.
Gli Agnelli hanno fortemente voluto questo centro, ma ci sono anche 980 mila sottoscrittori - cittadini torinesi - che hanno donato da pochi euro a svariati milioni. L' ultimo studio pubblicato su "Cancer cell", forse il più importante dalla nascita dell' Ircc, avvicina questo «anomalo» centro oncologico ai grandi laboratori di ricerca mondiali.
La prima, immediata e forse ardita conclusione alla scoperta dell' équipe di Comoglio è, infatti, che una terapia diffusa come l' anti angiogenesi possa sì ridurre la massa tumorale togliendole rifornimento, ma possa anche favorire la diffusione nel corpo umano di quel cancro. Questa scoperta è importante anche perché, avendo spiegato tutte le fasi della formazione delle metastasi, apre la strada alla ricerca di un metodo che possa in qualche modo contrastare il momento in cui il cancro si estende e la malattia si aggrava.
La metastasi è come la partenza improvvisa di migliaia di auto telecomandate che ricevono l' impulso a muoversi in tutte le direzioni da un particolare segnale. In questo intenso e misterioso traffico cellulare ci sono proteine che trasmettono segnali: come telecomandi, indicano alle cellule di riprodursi e di sparpagliarsi.
A loro volta le cellule malate captano il segnale attraverso un' altra proteina recettore, l' oncogene Met. I ricercatori torinesi hanno scoperto che la carenza di ossigeno favorisce la produzione di quel recettore, senza il quale gli impulsi a riprodursi e a diffondersi non avrebbero alcun effetto sulla cellula. Il tumore ha in sé un meccanismo di sopravvivenza grazie al quale, in caso di mancanza di aria, se ne va in giro e riprodursi in altre parte del corpo.
Secondo questa teoria si può dire che la formazione della metastasi è una sorta di autodifesa del tumore da una improvvisa anossia. La strada per un farmaco antitumorale è ancora lunga. Ma lo studio dell' Istituto di Candiolo costituisce oggi un importante passo avanti.