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Vermicida banane provoca impotenza
Necessità della diffusione della Medicina Naturale per la protezione dall'inquinamento
Autore: Flavio Gazzola

Riflessioni sulla necessità della diffusione della medicina naturale in Europa

prendendo spunto da

depressione, impotenza e tumori allo stomaco causati  da un vermicida delle banane

 

Impiego di sostanze tossiche in agricoltura

Il problema dell’impiego dei pesticidi e insetticidi in agricoltura data almeno un secolo.

Esso coinvolge sia l’agricoltore, che deve premunirsi all’atto del trattamento delle colture, sia il consumatore, che può mangiare senza saperlo dei residui tossici presenti nel cibo.

L’alternativa al trattamento con erbicidi, pesticidi, insetticidi è l’agricoltura biologica, basata su impiego di sostanze naturali e prive di tossicità per la preservazione delle colture.

Il problema è dato dalla minor resa dei trattamenti biologici in termini quantitativi e un conseguente aumento dei costi, che li rende non comunemente accessibili a tutte le famiglie.

 

Individuazione dei danni all’organismo e delle sostanze responsabili mediante EAV

Negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso il dr. Reinhold Voll, dopo avere messo a punto il sistema EAV, metodo bioelettronico in grado di evidenziare gli effetti dell’inquinamento nel corpo umano e le esatte sostanze responsabili di esso, potè anche mettere a punto la terapia di disintossicazione dell’organismo, utilizzando le stesse sostanze tossiche in forma di preparazione omeopatica.

Attualmente nel mio studio, nel corso dei checkup bioelettronici, basati sull’EAV, utilizzo in ogni caso un’analisi dell’inquinamento da insetticidi, pesticidi, erbicidi: essi provocano malattie fisiche, in particolare epatiche, renali, cerebrali e disturbi psicologici, come la depressione, l’ansietà, la diminuzione della memoria e della concentrazione.

 

Un caso recente: danni da DBCP (dibromocloropropano) usato per le coltivazioni di banane

Un caso recentissimo (dicembre 2002) viene dal Nicaragua, dove alcune compagnie chimico-farmaceutiche sono state condannate con una multa miliardaria a risarcire oltre 500 lavoratori addetti alla coltivazione delle banane, intossicati dall’impiego, contro alcune verminosi della frutta, del Nemagon, nome commerciale che indica il dibromocloropropano o DBCP, responsabile di impotenza, depressione e tumori allo stomaco.

 

La storia infinita: farmaci per combattere altri farmaci

La prima cosa che viene in mente è che gli stessi sintomi potrebbero presentarsi nei consumatori delle banane trattate e, salvo che queste persone non siano sottoposte ad un checkup bioelettronico EAV, è estremamente improbabile che sia individuata l’origine del problema.

Nel caso delle depressioni probabilmente ai consumatori di banane depressi saranno somministrati antidepressivi, a loro volta venduti dalle stesse ditte chimico-farmaceutiche produttrici del DBCP!

Le persone affette da impotenza causata da DBCP analogamente, consumeranno più Viagra, sottoponendosi a rischi vascolari, che potranno essere trattati da altri farmaci.

Nel caso ancora più infelice dei tumori allo stomaco saranno probabilmente impiegati farmaci chemioterapici, che provocheranno a loro volta danni, trattati con nuovi farmaci.

 

Le malattie croniche

Che questo problema non sia nuovo, lo testimonia Samuel Hahnemann (1755-1843), fondatore dell’omeopatia, che descrive le malattie croniche, cioè quelle che non guariscono mai, come conseguenza diretta da un lato dell’impiego di farmaci e dall’altro conseguenza della soppressione scriteriata dei sintomi morbosi da parte dei farmaci stessi.

Un esempio molto semplice e comune è dato dal rialzo febbrile, per il quale si utilizzano spesso da subito farmaci antipiretici (antifebbre) e perfino antibiotici, che quasi sempre non solo sono inutili, ma anche dannosi, per la flora intestinale e per molti tessuti del corpo.

Ciò è fatto senza tener conto che il rialzo febbrile è anche una forma di difesa dell’organismo, che in tal modo può in via naturale sopprimere o ridurre la crescita batterica e virale.

In conclusione le malattie croniche sembrano il prodotto di un accumulo di farmaci nell’organismo, in grado di bloccare la normale attività enzimatica e metabolica.

Malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo e sindrome di Parkinson, la sclerosi a placche, le malattie autoimmuni e le malattie allergiche in generale, ma anche i tumori stessi sono malattie croniche legate ad inquinamento ambientale di origine alimentare e iatrogena (derivante cioè dall’attività medica in generale). Anche se sicuramente non vi sono solo queste cause, esse costituiscono tuttavia la sicura base di partenza della stragrande maggioranza delle malattie cosiddette “croniche”.

 

Dal danno individuale al danno sociale

Il danno individuale derivante dalle malattie croniche è umanamente senza prezzo, in quanto la vita e soprattutto la qualità di essa, è il bene più prezioso posseduto da ogni uomo.

Il danno sociale è altrettanto ingente e si traduce in perdita di ore di lavoro, costi elevati di ospedalizzazione e cura, infermità permanenti che richiedono pensioni sociali e costi di assistenza extraospedaliera elevatissimi e in continua crescita.

Attualmente bisogna essere consapevoli che con l’incremento dell’età media della popolazione, le malattie croniche sono in continuo aumento, non perché l’età costituisca in se stessa una malattia come molti credono, ma semplicemente in quanto il filtro organico individuale si sporca sempre di più con il passare del tempo di scorie tossiche derivanti dall’inquinamento ambientale, sia alimentare, sia iatrogeno in particolare, come si è appena affermato.

 

La soluzione politica

Non credo vi possa essere una soluzione politica non preceduta da un’adeguata opera di informazione sui problemi reali della salute.

La cultura della salute è stata completamente demandata ad esperti superspecializzati, che per lo più si esprimono in linguaggio “medicalese”, come il “latinorum” del manzoniano Don Abbondio, fatto per tenere a distanza il volgo dalle stanze della conoscenza e per ribadire la propria supremazia territoriale.

Se fosse diffusa una cultura di medicina naturale in linguaggio semplice e comprensibile, tale supremazia cadrebbe e i notabili della medicina si troverebbero nella stessa situazione del famoso Re Nudo e dovrebbero rispondere ai quesiti concreti senza nascondersi dietro i fumi del linguaggio.

Nella Cina di Mao i cosiddetti “medici scalzi” diffusero la cultura della medicina tradizionale naturale in tutti gli angoli del Paese, applicandola direttamente e consentendo a tutti di verificarne l’efficacia.

I medici scalzi nacquero dall’esigenza drammatica di diffondere la salute a costi bassissimi, evitando il più possibile l’impiego di farmaci costosissimi e di ancora più onerosi ospedalizzazioni.

Malgrado l’Europa sia attualmente più ricca della Cina degli anni Cinquanta, l’emergenza economica indotta dalla crisi finanziaria, renderà inevitabile un drastico mutamento di rotta della politica sanitaria.

Bisogna dunque che i politici più accorti preparino le basi per una formazione di medicina naturale a partire dalle scuole dell’obbligo e la creazione di una generazione di medici scalzi europei, attivi sia sul fronte educativo, sia su quello sanitario.

Chi risponde alla chiamata?

 

 

 








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