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MEDITAZIONE E RICERCA PERSONALE
Per galleggiare nell'oceano sensoriale
Di nuovo nell'utero materno
Autore: Dott. Luca Isabella
I vantaggi che si possono trarre delle moderne vasche di galleggiamento (o vasche di restrizione sensoriale) sono basati su un approccio scientifico al rilassamento profondo che prende il nome di R.E.S.T. (Restricted Environmental Stimulation Technique), teoria sviluppata dai ricercatori del NIMH (National Institute of Mental Health) di Washington nel 1954. Nel 1954 il dottor John C. Lilly, medico con studi di psicoanalisi e specializzato in neurofisiologia sperimentale, scoprì una camera insonorizzata contenente una vasca di galleggiamento costruita durante la seconda guerra mondiale per esperimenti della Marina Militare sul metabolismo dei nuotatori subacquei. Lilly si occupava della questione dell’origine dell’attività conscia del cervello. In quel periodo vi erano due differenti correnti di pensiero: la prima ipotizzava la necessità di stimoli esterni per mantenere in funzione gli stati consci del cervello, la seconda asseriva che le attività del cervello erano completamente autoritmiche, cioè che nel cervello vi erano cellule che continuavano le loro oscillazioni anche in assenza di stimoli esterni. Lilly, tramite esperimenti con la vasca, scoprì che la restrizione sensoriale, quindi l’assenza di stimoli esterni nella vasca, proiettava il cervello in stati elaborati di esperienza interna. Una capsula spaziale per il benessere La vasca di galleggiamento FX3, versione tecnologicamente avanzata della vasca di Lilly, è una capsula insonorizzata, contenente circa 30 cm di soluzione in acqua al 25% di sali di Epsom saturi. In posizione supina, il galleggiamento avviene senza il benché minimo sforzo da parte del corpo, fermamente sostenuto dalla densità della soluzione. Durante il galleggiamento, le orecchie si trovano sotto la superficie della soluzione, in modo da escludere ogni possibile rumore esterno. La temperatura all’interno della vasca di galleggiamento viene mantenuta costantemente pari a quella corporea. In questo modo le terminazioni nervose dell’epidermide non percepiscono alcun senso di separazione tra la pelle e la sostanza minerale in cui ci si trova immersi. La riduzione di stimoli per ampie aree del sistema nervoso innesca una reazione a catena attraverso il corpo conosciuta con il nome di risposta parasimpatica. Tensione muscolare, pressione sanguigna, battito cardiaco e consumo di ossigeno calano in maniera significativa, autoregolandosi. Il galleggiamento è stato utilizzato con ottimi risultati anche per alleviare patologie come l’asma, l’artrite, la sclerosi multipla, e disordini di carattere gastrointestinale, così come problemi legati alla tensione, quali emicranie, mal di schiena e insonnia. Infatti, i componenti chimici prodotti dal nostro corpo e correlati allo stress, come l’adrenalina, il cortisolo, l’ACTH e l’acido lattico, vengono rimossi dal flusso sanguigno e sostituiti da endorfine, creando intense sensazioni di benessere, alleviando fatica, dolori cronici, così come pure migliorando la memoria e l’apprendimento. La mente cambia qualità Mentre il corpo raggiunge un profondo livello di rilassamento fisico, la mente rimane sveglia e ricettiva, appena al di sopra della soglia del sonno. Si assiste a una netta diminuzione dell’attività elettrica del cervello: la lettura dell’EEG mostra un’onda ritmica lenta nota come onda Theta. Questa è la condizione ottimale per esprimere la creatività e i processi di pensiero più profondi, dove le capacità di apprendimento e visualizzaione sono al massimo. Le misurazioni EEG su persone che praticano abitualmente il galleggiamento mostrano inoltre che il livello di attività nei due emisferi del cervello diventa molto bilanciato e sincronizzato, ridimensionando l’azione comunemente dominante dell’emisfero sinistro (logica, linearità, analisi, dettaglio) a vantaggio di pensieri molto più intuitivi, capacità di sintesi e apprendimento caratteristici dell’emisfero destro. Da ricerche portate avanti dal NIMH di Washington emergono altresì dati molto interessanti di successo sulle dipendenze: un’efficacia provata nell’81% dei casi per smettere di fumare o ridurre nettamente l’abitudine, 61% di successi nella riduzione di assunzione di alcool, e risultati simili si sono ottenuti anche nei problemi di controllo del peso corporeo.
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