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TUMORI
Perché le medicine non convenzionali e la medicina ufficiale dovrebbero collaborare per aiutare a guarire i tumori
CURIAMO IL TUMORE (4)
Autore: Flavio Gazzola

Nei tre articoli precedenti è stata delineata la necessità di un'integrazione fra medicina ufficiale e medicina naturale (anche definita come “non convenzionale”) nella cura dei tumori.

Vi sono due visioni, in un certo senso contrapposte, sul come affrontare la malattia.

La medicina “ufficiale” attuale mira, sostanzialmente, a uccidere le cellule cancerose, mentre la medicina non convenzionale mira, invece, a “rinforzare il terreno”, con lo scopo di spingere l'organismo stesso a difendersi dal tumore. Le due ipotesi non si escludono, anzi, e la loro integrazione diviene sempre di più necessaria. Insistere su un solo piatto della bilancia conduce ad uno scompenso.

Ogni paziente ha necessità di una valutazione individuale del proprio caso. Nella medicina ufficiale, questo aspetto è spesso trascurato, perché viene data più importanta ad un’analisi prevalentemente statistica, che si basa su una grande totalità di casi più o meno “simili”. La medicina naturale, invece, si rivolge sempre al singolo caso individuale, e difficilmente si presta ad essere accettata dalle istituzioni proprio perché i casi risolti vengono considerati dei meri “aneddoti”, cioè poco più che storielle casuali senza importanza. In realtà queste due diverse visioni andrebbero integrate.

Nel campo della medicina “non ufficiale”, molte ricerche sono state fatte sulla genesi “emozionale” dei tumori. Si è potuto constatare come i problemi “psico-somatici” siano alla base della gran parte dei tumori conosciuti, e questo tipo di informazioni, non ritenute rilevanti dalla medicina chimica, potrebbero essere invece molto utili.

Un altro punto di grande differenza tra le tecniche “ufficiali” e quelle “non ufficiali” è relativo alla fitoterapia, e cioè all’utilizzo di prodotti derivanti direttamente dal mondo delle piante e non sintetizzati chimicamente.

Le ricerche in etnomedicina hanno dimostrato l'importanza di diverse piante nella stimolazione immunitaria e nel prevenire e trattare i tumori. Lo scontro tra le due diverse visioni è molto feroce, su questo punto. Chi propone l’utilizzo della chimica sostiene che nella pianta vada isolato il “principio attivo” su cui basare poi la costruzione di un farmaco di sintesi, mentre chi propugna l’uso “naturale” della pianta integrale sostiene che essa è già pronta così come è ed andarla a modificare ne snaturerebbe l’azione.

Molto probabilmente sarebbe più corretto trovare una via del giusto mezzo tra queste due ipotesi di lavoro, considerando sempre, come primo obiettivo, gli interessi del paziente ed il suo diritto a curarsi e a guarire.








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